domingo, 22 de febrero de 2015

La storia di Domenico, il viaggiatore

Lo conobbi molto tempo fa in treno e Domenico mi lasciò la sua storia in Morocco scritta sulle carte macchiate di un vecchio quaderno.
Non ho trovato il modo di mandarti il testo che mi lasciasti e per questo spero un giorno lo troverai su questo meraviglioso mondo cibernetico, Domebon, Domenico di Palermo

"Domenica, l’ultima di settemebre, sono a respirare del fumo passivo e sentire musica da venerdì sera in uno scenario di montagna marocchina che lascia spazio a 1000 pensieri, ricordi di un’estate ormai finita che non riesco non solo a dimenticare ma anche a finire. IFESHO, un trampolino per il baratro o forse un aiuto per il futuro che aspetta delle svolte.
Era stato fatto tutto per il passaporto di elimadhi Sutra, dovevo solo attendere che fosse pronto e portarmelo con me alla legione straniera, data la somiglianza.
Perciò per non aspettare a Rabat salii, presi il biglietto per Fez e nell’attesa andai all’appartamento della 15 che non andò come previsto… ero abituato fin troppo bene, nemmeno potevo toccarla era terrorizzata dalla gente che poteva vederla assieme a un non chino me “dmerissimo” non musulmano con pantaloncini corti che qui non indossa nessuno per Allah.
Solo il giorno prima, ero con una sconosciuta 18enne in un piano di un palazzo e si spinse dove forse non era mai arrivata, baci, toccate e mio orgasmo… ci dammo appuntamento promesso quella ragazza che avevo fatto l’amore a MEKNESS di andarla e trovarla e lei obviamente mi aspetta, qui è tutto un attesa di un principe che li porti via.
Solo chi ha il cervello aperto e non completamente lavato di cervello, riesce. Qui una marocchina deve stare con un marocchino. Perciò ero alla stazione di Rabat Gare Ville col biglietto già timbrato in attesa del treno, quando vidi una ragazza col piercing e dissi cavoli una ribelle, trovai l’occasione per parlargli e mi ritrovai a prendere un treno, 3 taxi, un bus sempre con lei…dirottato dove mi trovo tutt’ora.
Sud-est da Tangris in un posto dimenticato da tutti ma non di Allah. È l’enesimo villaggio sperduto dove “mentre” tutto me c’è la medina e preghiera con altoparlante a quasi tutte le ore!
Nel penultimo taxi con 2h di viaggio 7 persone in un solito vecchissimo mercedes “spegione” dà 1 milioni di km fatti dove non so perchè ma mancano sempre le maniglie dei finestrini e se vuoi lo chiedi al taximen che te lo porre, conobbi una 18enne che ora ho conatto e spero di vederla, davvero squisita. Nonostante la conobbi dinanzi a colli che cambiò il mio programa, restò appiccicata a me e nell’ultimo taxi c’era il boss della casa, MUAMED, grasso con il viso di un marocchino figlio di puttana.
Arrivammo così in casa, piena di cani e Gatti, stile elfico in tutto ma assolutamente più rico, bello e avventuroso. C’era solo un’altra persona dal nome Tiago ed è portoghese. Dopo poco crollai e dormii tutto un tiro, il giorno dopo piovve e rimesi ore in casa. Raccontai del perchè ero in Morocco una seconda volta, ovvero il voler passaporto marocchino per la legione, quando parlando di Israel, RUSSIAN ARMY chiesi cosa faceva e mi disse niente e gli chiesi “rololi” per il cibo e queste cose? Cominciò a parlare dei prati e del loro trasporto tutto illegale… i prati dissi non esistono, ma lui disse certo che esistono, lui si era imbarcato in passato e gli domandai se potevo diventare anche io un “prete” o comunque essere un suo volontario e così “bilancini”, “ascisc” a kg e manine, proprozione di caramelle di ASCISC per l’esportazione, gli dissi dove dovrei andare? Non so, un paio di chiamate e l’arrivo doveva essere a Berlino per il prox fine settimana. Quindi il lavoro era ingoiare 1kg di ascisc tutto in caramelle avvolte in plastica tutte da 5g quindi in totale 200 caramelle. Ne ingoiai una da 7g ma era davvero brutto mandarle giù e alla seconda volta che feci popò, usci.
Acettai, ma lo stesso giorno ovvero sabato, finita la pioggia uscii e nonostante avevo fatto sesso con quella lì MALAK (il più brutto sesso della mia vita) sul fiume, volevo conoscere le ragazze della montagna e così appena mi avvicinai, loro non rispondevano anzi proprio giravano il volto, capii da quel “frongente” che quelle di montagna sono come quelle vicino Tangeri, dove ero stato con gli inglesi ovvero tradizionalisti e analfabeti, solo agricultura, casa e forse un giorno un marocchino e se non lo trovano sarà il padre a scoparla. Un nonno lì vicino chiamò Muamed e mi passò il cell dicendomi di tornare a casa. Mi rimproverò e mi disse che non devo parlare con le ragazze di qui.
Arivammo ad oggi domenica dove marciai fino alla vetta della montagna di fronte, chiesi cibo ad una casa del villaggio che mi diede tutto e trattò come un re, non volevano soldi, ma ad uno dei figli con molta insistenza lasciai 55 dhm. Poi andai nell’ultima casa della vetta, anche se a dirla tutta me ne tornerò, ma poi dissi dei una chance perché no quella casa solo perché lontana. Andai e oltre accoglienza de re e il bolsô mi accompagnò fino e quasi le vette, mi aspettò, mi invitò a dormire con loro e gli chiesi di tutte quelle figlie, pensó di aver capito bene 50% sono di un papà che è morto e 50% sono per incesto, cioè il padre di una figlia con la figlia stessa e gli dissi se posso portarle in Italia e disse certo e la stava dando lì per lì e disse vengo domani. Tutto mezzo arabo-francese-spagnolo-italiano. Tornai quando il sole va via e MUAMED altro rimprovero e disse via domani che qui tu parli troppo. Ora ho capito né uomini e né donne qui ci sono i campi di MARI e ASCI!! Possono anche prendermi in ostaggio e rapirmi. Comunque domani vado via e poi chiamerò MUAMED per sapere per quando mi ha fatto il ticket per l’Europa e traghetto per Spagna.
Tutto con droghe all’interno del mio corpo. Risparmierei tempo e denaro, anzi persino ci andrei a guadagno di forse mille euro netti, vale la pena tutto questo rischiando di perderé la cosa più preziosa al mondo ovvero la libertà?
Al momento rispondo con i soldi sei più libero e la prigione ti rende ancora più chiaro il senso di libertà e solo perderla capisci come di perfetto eri, partendo dal sole alla luna e anche brutto tempo.
4 Ottobre 2013
I giorni passavano rapidamente, siamo già ad ottobre e vi scrivo dal ristornate Etoile du Nord di Dardarai di nuovo in montagna, non chiedermi il perché, ma son disposto a tutto pur di tornare in Europa, coprendo i soldi spesi qui in Marocco, circa in migliaio di euro il guadagno che andró a fare trasportando la droga dentro lo stomaco ed é circa la somma spesa per il divertimento di un mese in tutto il marocco.
Quello che mi domando è: 1 kg di Haschish riuscirò senza vomitare a portarlo a destinazione promessa?
1 kg di droga senza far popó prima del previsto, rischio una condanna severa se vengo beccato. Ma voglio prendermi il rischio, voglio andare a Lione dalla mia donna Fiona, ho scopato ovunque ma Nastasi mi ha trasmesso qualcosa che non si può spiegare, ma solo provare.. troppe emozioni.
Uscii la prima volta dalla montagna di lunedì ed andai alla ricerca di Camilla a Sefrou, vicino Fes, l’indirizzo era giusto, il numero chissá dove fosse, non esiste ordine qui, così dormii dentro una scuola chiedendo il permesso al custode che accettò, dato che ero in una zona di fuoco ed era ormai tardi. Al mattino, casualmente mi ritrovai con la ragazza a cui avevo chiesto informazione e gli domandai del cibo, mi rispose di aspettare, dopo 20 minuti mi arriva con un vassoio carico di 1ª colazione, uova strapazzate, marmellata, pane, caffé, insomma come in montagna, la tradizione, l’educazione o semplicemente la bontà e la semplicità stessa dell’accogliere un “turista per caso” non manca, anzi, troppa generosità per uno sconosciuto. La ragazza di 17 fu accompagnata fino ad una via sicura dalla mamma e si apprestava col grembiule ad andare a scuola, io avevo salutato entrambe e mi ero diretto tra gli alberi per bisogni fisici, quando una volta finito, non so il motivo vero, ma tornando per la stessa strada c’era ancora lei, a quel punto le chiesi di non andare a scuola e farmi da guida in quel posto SEFROU e di buon grado, accettò e mi portò in cima, per il panorama. Una volta lì, mi masturbai davanti a lei, ma ad un certo punto disse di aspettare lì, forse andava alla toilette o non so davvero dove, ma una volta allontanatosi, dissi fra me e me, andiamo via non si sa mai come finisce e così andai via, forse tornava davvero o forse no, ma comunque andai via sempre alla ricerca di lei: El-Kamla Hamani e dopo un avventuroso altro viaggio arrivai in una serie di villaggi, dove nemmeno i taxi arrivano ed in uno di quelli abitava lei, seguii il domicilio che vi era scritto sul pasar ovvero DR. OT SALEH RAS TABOUDA SEFROU/MAR. In pratica non distante dall’aeroporto di Fes Saiss. In quella residenza non la conosceva nessuno, ma gira che ti gira finisco in una macchina che conosce la famiglia e vuole accompagnarmi. Peccato che dopo 200m mi chiedono 50 dhm e rifiuto, mi chiedono “tranquillo, arrivati paga la famiglia per te”, a quel punto mi faccio lasciare in mezzo alla strada, non c’era nulla, camminai fino al primo bar e domandai, mi chiedevano tutti i soldi, sapendo dove abitasse e volendomi accompagnare, ma rifiutavo sempre, dato che chiedevano tanto, intimandomi nel dire sono 5 km. Di sterrato pericoloso, dove si ti vede qualcuno, non solo ti ruba ma anche altro e nessuno sa nulla. Uno decise di accompagnarmi fino ad una svolta e così proseguí… 40º C, dopo poco una vettura passò e gli chiesi di lei, abitava a 2 passi e così vedendomi come uno che salva una, mi accompagnó. Ovviamente come tutte le Cars era piena di gente. Arrivati, tutti pagarono il conducente, ma io no… mi indicó la casa e ci andai. Poverissimi, conobbi due sorelle, mami, papi e il fratello analfabeti, capirono che ero per la sorella ma non vi era modo di mettersi in contatto, loro volevano uno come me che portasse via una di loro, peggio di così non si poteva stare, quindi per loro ero una forte speranza di miglioramento.
Nononstante non avessero nulla, mi fecero un pranzo da re con quello che avevano. Non gli ho lasciati 1 diram e di questo mi rammarico molto!!!
Gli ho lasciati la mia email, in modo tale che quando Cami torna a casa, mi scrive, come ultima speranza. Con una mezza sconfitta presi il treno per Rabat e mi ritrovai dalla famiglia di Madhi, altre centinaia di Dirham in aiuto, ma poi la famiglia la vedevo troppo. Richiedente, ognuno di loro mi faceva l’elemosina e mi dava fastidio, non solo ti aiuto, in più rompi e chiedi di più, tutto il braccio ti prendi!!! Fastidiosamente andai via da lí e mi misi in contatto con Miriam la ragazza conosciuta nel taxi e il giorno dopo vidi l’italiana di 16 anni, la portai in un edificio, ultimo piano ma a
Rabat sale, nulla! Così presi i taxi e tornai in montagna. La vidi, andammo in hotel tutto da me pagat, solo una sega e tocattine varie, era vergine e appena 18enne, a Rabat per università ma lei era di Ozien non distante dove ero stato in montagna; la cosa più brutta è che dopo che mi fece venire, la portai al ristorante poi mi disse che doveva vedere la cugina prima che partiva e mi disse che sarebbe tornata per le 3pm.
La chiamai alle 9-10-11 pm e mi diceva tranquillo torno, non ti lascio solo, invece dormii solo, pagando due stanze per la solita questione musulmana. Il giorno successivo, ha dell’incredibile, come di solito stoppo tutte quelle che mi piacciono; vado nell’unica Chiesa cattolica dove pranzo, una nonna mi da il numero della nipote Maliana e uscito tra eli stoppi, una mi asseconda e mi da 2 orgasmi all’ultimo piano di un’abitazione. Dormirà con me, allo stesso posto dove l’altra non dormí. Fu davvero brava, andammo la será al mare e alle giostre… ottima serata e poi sesso, per lei ero il secondo, lei é del 1996.
LA FEBBRE DEL SABATO SERA
Pomeriggio caldo del primo sabato di ottobre, mi ritrovo che non posso uscire perchè parlo troppo, quindi le paranoie di ingerire tutte quelle caramelle di hascish aumenta, anzichè farmi fare una camminata per distrazioni, preferisce farmi stare qui, una pedina troppo preziosa e poi parlo troppo. Guadagnerò davvero mille euro netti, togliendo tutte le spese di viaggio, vitto e alloggio. Il rischio vale così tanto?
L’obiettivo sarebbe defecare 4-5 volte a Málaga, in pratica circa 3 gg. … 1000 euro netti, più il biglietto per l’Italia? Tutto per 1 kg di Hascish, se fosse così sarebbe davvero una bella copertura per tutte le spese affrontate negli ultimi mesi, tra donne e hotel, cibo, viaggi ecc.
Cosa si è disposti a fare per una donna, anche perdere la propria libertà".


martes, 13 de agosto de 2013

La mierda que comes

Hay muchas cosas que soy. Una de ellas es cabezota. Desde siempre me he resistido a reconocer que no sabía algo de algún tema, como si fuera vergonzoso aprender si no era en la escuela o en la universidad. Pero secretamente anhelaba esos conocimientos y deseaba hacerme con ellos de una vez.
Esto me ha pasado con la alimentación. Y no solo. Esto me ha pasado con mi manera de vivir hasta ahora.
Desde que tengo uso de razón adolescente he estado haciendo y dejando dietas para adelgazar. No he tenido un control sobre la comida, pero siempre he procurado alimentarme lo mejor que podía, según las nuevas teorías, dietas que iban saliendo. Sin hacer barbaridades o matarme de hambre, todo sea dicho. Mi poco conocimiento alimentario no me ha hecho hacer locuras como dietas de un alimento o adelgazantes de 4 días. No creo ni he creído nunca en eso.
Pero ha llegado un momento en el que me pregunto si he estado haciendo lo que tenía que hacer para estar más sana o simplemente me he limitado a hacer una dieta constante sin preocuparme de los nutrientes que tenía mi comida o no.
Hace unas semanas fui a un homeópata que me recomendó dejar los lácteos y el azúcar durante un tiempo, como pauta dietética y sabiendo por qué sustituirlos. He de decir que nunca he creído en esta clase de curaciones homeopáticas, pero vi a gente a la que le funcionaba y decidí probarlo, como forma diferente de enfrentarme al problema. Ahí empecé a introducirme en el mundo de la comida sana. Saber que algunos productos me hacían daño y solo servían para engordarme sin aportar nutrientes (ni siquiera el tan amado calcio) me hizo pensar que ahora tenía el conocimiento, empezaba a tener conciencia de que me estaban engañando.
Al ver a más y más expertos que han sido amenazados, a personas que se intentan ganar la vida con la agricultura ecológica y que son sometidas a controles constantes y trabas en el camino, me di cuenta de que esto era parte de un todo. Que no se puede cambiar comprando frutas y verduras en el supermercado. Que había que atacar el problema desde dentro. En la manera en la que nos fuese posible.
De esto, y de más cosas, me hizo darme cuenta el curso de agricultura ecológica al que asistí hace unos días en Villanueva de la Vera, en Cáceres. Descubrí que había gente que pensaba lo mismo, que sabía que había cosas que se escapaban a nuestro control y que no podíamos cambiar nosotros, pero había otras cosas en las que sí que podíamos hacerlo. Desde hacerse uno mismo los productos de belleza, limpieza, pasta de dientes, desodorantes, etc. hasta cultivar plantas pequeñas en el balcón de tu casa. Todo esto individualmente, para no corromper la cadena, como suele pasar.
No hay que ser radicales. No soy una de las que piensa que hay que dejar de comer de todo ahora mismo. Pero si sabes que algo es malo y puedes sustituirlo por otra cosa que tengas cerca, ¿por qué nos envenenamos?
Últimamente me da por preguntarle a la gente qué come y qué cree que necesita comer para estar sano. Es todo como un disco rallado que se ha parado en algún momento de nuestra conciencia. Todos sabemos lo que hay que comer para estar más sanos. Pero, ¿y si descubriéramos que esas cosas tan sanas no lo son? ¿Cómo reaccionaríamos? ¿Por qué en los últimos treinta años se han cuadruplicado los casos de cáncer en niños y las muertes prematuras a causa de los hábitos alimenticios? ¿Por qué la gente en mi pueblo está obesa? ¿Por qué cuando voy al super veo casi todos los carros con un litro de coca-cola? ¿Somos adictos?
Yo lo reconozco. Al dejar los lácteos y los azúcares durante estos 20 días (no lo intentéis en casa, lo mío va con suplementos dietéticos) me he dado cuenta de lo dependientes que somos de estos productos y al mirar las cestas de la compra de la gente, mucho más aún. Y sin embargo, me siento más fuerte que nunca. Y no estoy adelgazando. Estoy igual. Pero mi piel está mejor, me siento más resplandeciente. Muchos se harán la pregunta de ¿cómo voy a comprar productos ecológicos si son super caros? No hay nada más barato que la salud. Si no compras la leche de avena, comprarás la leche y la coca-cola (o algo innecesario para tu dieta, un capricho como solemos decir) y te saldrá por lo mismo. La cuestión está, aunque nos cueste, en comer menos, o en comer las cosas justas. Porque no penséis que a mí no me gusta comer, y no me privo de nada. De hecho, creo que es por eso por lo que no adelgazo con esta dieta, jeje.
El caso es que hay que cambiar de estilo de vida. Somos humanos, guerreros, que buscan su comida, que se esfuerzan. El hombre no es un lobo para el hombre, somos el 90% contra el 10%, o menos.
Por eso he decidido hacer algo, aunque sea solo un poco, aunque a veces caeré en contradicciones, porque estoy empezando, pero me quiero mover, y siempre hacia delante.
La primera cosa que hicimos en el curso es darnos las gracias. Parece una tontería, pero saber que hay personas que quieren cambiar ya te hace ser consciente de la mierda que nos rodea y de la necesidad de un cambio a nivel cooperativo. Dejar de ser individualistas por ayudarnos, por hacer trueques y los grupos asociativos solidarios tan de moda. Aunque las modas, ya se sabe, no son buenas.
Después fuimos al campo y nos sentamos todos juntos en círculo. Meditamos. Sí. Y os preguntaréis, ¿qué tiene que ver esto con comer bien? Pues todo y nada. Sentarte con los ojos cerrados, aunque al principio me pareciese algo raro, me sirvió para relajarme y oir los sonidos de la naturaleza, imaginas a tu cuerpo como un árbol que se enraiza poco a poco a la tierra hasta llegar al mismo centro y sentirla parte de ti, e incluso andar descalza como medio para seguir con las raices en la tierra, ser más realistas y no tan volátiles. Eso me gustó mucho, ya que yo no siempre he creido en la meditación, siempre he pensado que hacía a las personas alejarse de la realidad y creerse un poco mejores que los demás. Pero esto fue diferente. Después empezamos a hacer el cultivo, un bancal. Plantamos unas tomateras que ya tenían sus raíces y pusimos hierbas y avena para amortiguar y apoyar a la plantita que crecerá. Y después el abono o compostay a dejarlas crecer regándolas. Es preferible siempre regarlas por la mañana temprano o de noche. Ese día también hablamos, en nuestro tiempo de ocio en las gargantas del río, sobre cómo estamos esclavizados, mucho más que en la época medieval y cómo la caza de brujas fue un invento de los poderosos en esa época para matar a las mujeres ancianas que poseían todos los conocimientos sobre las curaciones, la vida del pueblo, ya que todo giraba en torno a sus cocinas. Si se acababan ellas, se acababa el problema o no.
Ese día fuimos a ver un concierto de música medieval mediterránea a un bar del pueblo. Me sorprendió ver cómo de integrado estaba lo ecológico en el pueblo, había hamburguesas de soja, hechas a mano, biológica, cuidando al pueblo. Y lo veía también en la calle, ancianos subiendo cuestas que sorprenderían al más aficionado a la escalada. En el albergue donde nos hospedamos, un antiguo monasterio precioso, se veían las estrellas perfectamente y estaban en medio de un campito con gallinas, loros y perros. Una vida ecológica, de personas de Madrid que venían a VIVIR al pueblo.
En el resto de días supimos un poco más acerca de cómo combatir las plagas de insectos o los hongos y aunque cada maestrillo tiene su librillo, supe que las infusiones de ajo o de cola de caballo vienen muy bien, y que no todos los animales son intrusos en nuestro huerto, ya que las larvas y los abejorros nos ayudan a criar a nuestras plantitas para que crezcan sanas y fuertes.
La diferencia en el sabor de las comidas, también lo sabréis, es totalmente distinta. Y habrá que acostumbrarse a tener frutas y verduras de temporada y no cada vez que se nos antoje. Somos la sociedad del aquí y ahora, y nos cuesta resistirnos a decir que no a ciertas cosas que nos gustan. Eso será así por mucho tiempo, pero yo al menos, intentaré ser consciente de que me están engañando y no hacerlo tanto. Si no puedes plantar, compra productos locales, esto nos salva tanto económicamente como humanitariamente y saludablemente.
¿Pero cómo dar salida a estos productos? Mucha gente quiere cambiar esto a mayor escala y decide tener huertecitos más grandes, para abastecer a más familias. Muchos de ellos, al ver todas las trabas que se les ponen, como es el caso de la Ecotienda de la Vera, se hacen insumisos al estado. No cotizan, pero no están sujetos a tanta burocracia, aunque sí a controles alimentarios. Recomiendo también el documental “Nuestros hijos nos acusarán”, muy interesante sobre el cambio de comida envasada a comida ecológica en los comedores escolares en la provincia occitana, Francia.
No digo que sea una persona distinta, pero muchas cosas han cambiado en mi mente. Y seguirán cambiando a medida que conozcamos más e individualmente aportemos nuestro granito de arena.
Quiero solo que lo penséis, que no me hagáis caso a mi porque sea yo, sino porque os interesa el tema y os informéis. Como yo estoy haciendo en este momento. Es difícil, pero todas las cosas que merecen la pena en la vida lo son. Mer dixit.


lunes, 3 de junio de 2013



Yo, que he besado a poetas que se morían por mis huesos
Yo, que he cruzado de punta a punta el mar mediterráneo
Yo, que he dejado a deber mis labios
Yo, que he bebido el elixir de mis años

Que he ahogado mi dulzura con ron miel, yo
Que he sacrificado mi cuerpo en unas sábanas, yo
Que he dormido sobre piedras más duras que un cuerpo de hombre, yo
Que he tocado el amor con la punta de los dedos, yo
Que me llevo lo más bello, tú.

Cor



Trituraste mi corazón hasta convertirlo en hamburguesa
Para comértelo rezumando sangre en sus venas
Lo recalentaste cuando era ya filete mermado
Lo tiraste y lo dejaste en el pecho abandonado
Te fuiste
Lo olvidaste
Lo abandonaste

Bartebly y compañía



La única cosa que no puede hacer el escritor es dejarse influenciar por sus sentimientos cuando ya tiene una historia. Antes, está bien. Puedes llorar pensando en cómo van a terminar tus personajes, gritar, reírte, emocionarte. Pero después solo tienes que escribirlo, no puedes dejar que tu estado anímico de ese día cambie la historia, ni mucho menos lo que está ya escrito. Porque así se ha de quedar, casi.
Es todo lo contrario de lo que he hecho yo siempre. Acostumbrada a escribir un diario bastante irregular e incoherente y con ganas de contarlo todo en una sola página, porque a decir verdad, me daba pereza escribir más de unas tres páginas para contar 2 años, tengo ante mí cientos de páginas de ordenador en blanco que sé que se tienen que rellenar con cosas que no me gustan, porque no son directas, porque no describen sentimientos, porque yo ya sé cómo pasó todo. Pero no estoy escribiendo solo para mi, ¿o sí?

martes, 22 de enero de 2013

How will you ever learn to be good if I keep loving you?



Now, I could tell you that I like to get strung out on boys, but that would be me hiding. The truth is, I get strung out on boys, I don’t know if I like it or not, but I’m old enough now to accept it, go with it, and wait for it to pass. I am INCREDIBLY busy, so I have plenty excuses not to think about you. Also, I am acutely aware of timing and convenience, and I have a memory like an elephant. So, for example, I know you are planning to go to SXSW this week and it’s probably not a good time to call. Also, with my newly acquired psychic vision, I know that fucking me has basically turned you to a sexualized state, such that you will probably go about picking up girls left and right. I’m tempted to call you up just to find out if I’m right about that one. If I were more on top of things, that’s probably what I would be doing instead, because I’m 24 and I’ve only slept with 4 boys, I’m at home, writing love letters to you. What a loser! On the other hand, when my brain reaches out, it still finds you, which means that you haven’t 100% forgotten me. Oh when am I gonna get old enough to be pulled together? Can you see me, lying across my bed on my stomach, listening to the most ridiculous music? Did you think this might happen, fucking some little girl, that she might loose her shit all over you? Doesn’t actually matter, that last sentence was overly dramatic. I’d just like to see what might happen, 

 

Love, Asia.


jueves, 8 de noviembre de 2012

Escribir

De toda la mierda que he escrito hoy me quedo con que quiero verte. Ya sea para besarte como para tirarte un escupitajo a la cara por la de veces que he sufrido por no hacerlo.

Nosotros también estuvimos abrazados. Era imposible separar ese abrazo porque en ese momento nos queríamos, o quizás necesitábamos querernos.
Porque ahora lo necesito y lo comparo con ese abrazo que todavía recuerdo, intentando parecer perfecta para encajar con tu cuerpo y sintiéndome pequeña y estrecha entre tus manos, que me hacían morirme de miedo si se ensartaban en minúsculas y delicadas caricias.

Pero de lo que más se acuerda mi memoria es de la luz de tus ojos cerrados rodeándome con destellos castaños y rubios de tu pelo.
Lo recuerdo todo y ya no me lamento porque no se vuelva a repetir más que en mi mente.

Me truena el corazón cuando lo pienso, me tiemblan las rodillas y los huesos, me da vergüenza y me río muy bajito, te quiero a viva voz y en pleno grito.